21 dicembre 2010

Solstizio d'Inverno: storia e tradizione

di Vincenzo Galizia


Il Solstizio d'Inverno cade tra il 21 e il 22 dicembre, questa data coincide con il giorno più corto dell'anno e con la notte più lunga. Il Sole è al nadir, il punto più basso che tocca sulla linea dell'orizzonte rispetto al parallelo locale. Da questo giorno il suo potere comincerà a crescere, a rinascere e per questo i popoli dell'antichità celebravano il ritorno del figlio della promessa. Il Natale è la versione cristiana della rinascita del sole, fissato secondo la tradizione al 25 dicembre dal papa Giulio I (337 -352) per il duplice scopo di celebrare la nascita del Cristo come "Sole di giustizia" e creare una celebrazione alternativa alla più popolare festa pagana. I popoli antichi, da sempre festeggiavano il Solstizio, come i Saturnali della Roma antica, Alban Arthan (la Luce di Artù) nella tradizione druidica, o Yule in quella Germanica, ed altre ancora nelle tradizioni dei popoli dell'emisfero boreale. I Saturnali affondano le radici negli arcaici riti di rinnovamento legati al solstizio d'inverno, quando il Vecchio Sole moriva per rinascere Sole Fanciullo e Saturno era il dio che presiedeva l'Avvento del Natale del Sole Invitto, intendendo il Sole non in senso naturalistico, bensì essenza ed epifania del dio Creatore e Vivificatore. Sarebbe oltremodo riduttivo e svilente considerare i Saturnali semplicemente delle festività più o meno allegre e licenziose, così come una certa tradizione cristiana ha contribuito a far credere. I Saturnali, in effetti, esprimono un profondo pensiero religioso la cui essenza risale alla Notte dei Tempi, a quella Notte di cui auspicavano il ritorno, illuminata dalla Luce di un Fanciullo Divino. Per poter penetrare nell'effettiva natura spirituale dei Saturnali occorre risalire la corrente del Tempo sino alle leggendarie origini di Roma, quando i suoi miti s'intrecciano con quelli di un'altra epica città, cioè Troia. A Roma si svolgevano dal 17 al 23 dicembre, come stabilito dall'Imperatore Domiziano. Alban Arthuan, rappresenta nella tradizione druidica un momento in cui possiamo aprirci alle forze dell’ispirazione e del concepimento. Tutto attorno a noi è oscurità. La nostra sola guida è Arturo, l’Orsa Maggiore, la Stella Polare. Nel silenzio della notte nasce l’ispirazione. Tanto la festività che la funzione sono collocate al Nord, il regno della morte e del mezzo inverno. Il cuore della cerimonia è la conclusione rituale del lutto per la morte della luce, in qualunque forma divina o astratta venga percepita. L’anno che si è avvicinato alla fine con l’arrivo dell’inverno, portando con se il caos e l’incertezza dell’oscurità, ora viene lasciato alle spalle. Il miracolo della nascita ha fermato lo scorrere verso l’oscurità: il flusso si è invertito. La germanica Yule o Farlas, è insieme festa di morte, trasformazione e rinascita. Il Re Oscuro, il Vecchio Sole, muore e si trasforma nel Sole Bambino che rinasce dall'utero della Dea: all'alba la Grande Madre Terra da alla luce il Sole Dio. La pianta sacra del Solstizio d'Inverno è il vischio, pianta simbolo della vita in quanto le sue bacche bianche e traslucide somigliano allo sperma maschile. Il vischio, pianta sacra ai druidi, era considerata una pianta discesa dal cielo, figlia del fulmine, e quindi emanazione divina.
BUON SOLSTIZIO A TUTTI!

18 dicembre 2010

Sumero nel film "Il Quarto Tipo"

di Alessandro Demontis
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Il film “Il quarto tipo” ha sollevato un polverone sui casi documentati di rapimenti da parte di alieni. Ma mentre quasi tutti si sono concentrati sulla ricerca di prove che attestassero la autenticità della documentazione audio e video utilizzata dal regista Olatunde Osunsanmi, nessuno ha prestato attenzione alle implicazioni che il film ha. Il film contiene, seppur senza farne neppure menzione, numerosissimi riferimenti alla teoria dello studioso russo Zecharia Sitchin, secondo il quale gli ‘dei’ sumeri non erano altro che extraterrestri. Gli stessi che hanno creato l’Homo Sapiens tramite una manipolazione genetica dell’Homo Eractus, e che hanno donato all’uomo il progresso e la civiltà. Il fatto che gli alieni, nel film, si esprimano in sumero, é un ‘inedito’ assoluto nella cinematografia ufologica, a mio parere un passo avanti dopo quello “Stargate” (unico altro film contenente il tema degli dei-alieni) in cui l’alieno Ra parlava in egiziano. Quando ho visto il film sono rimasto basito dalla precisione e pignoleria nel realizzare la scena in cui é coinvolta la lingua sumera. Il mio primo pensiero é stato: “se si tratta di una storia inventata a tavolino, é geniale e ottimamente realizzata”. In modo particolare perchè le poche frasi sumere presenti nel film non solo hanno effettivamente un significato compiuto, ma questo significato si cala perfettamente nell’ambientazione del film.

Analizziamo allora le frasi coinvolte. Nel film é il linguista Awolowa Odusami (nome di fantasia) a fornire la traduzione di alcuni dei termini, a partire dal minuto 52.10 del film.

E NE NE

ME NA AM

ME EN DE EN

KI ULUTIM (qui il linguista dice: ‘la nostra creazione’ é il significato delle ultime due parole)

IGI KAR

A E SA (il linguista dice: ‘esaminare’ vuol dire la prima parola)

IE KAE

SUG ZAG GU (viene detto: l’ultima parola è ‘rovinare’ o ‘distruggere’)

La prima cosa che ho voluto fare, adentrandomi in questa analisi, era verificare le traduzioni fatte nel film. Questo é il risultato:

IG(I) = EYE, TO SEE / WATCH
(fonte: Sumerian Lexicon - J.Halloran)

ULUTIM ---> ULUTIM2 = TO FORM, TO CREATE, CREATION
(fonte: ETCSL -
‘dumizid and gesthinanna’)

GU ---> GUL = TO KILL / DESTROY / ESTINGUISH
(fonte: Sumerian list
of compound word - J. Halloran / Sumerian TTF font)

Una volta confermati questi tre significati, addentriamoci nell’analisi usando il Sumerian Lexicon di John Halloran. L’impresa é un pò ardua perchè nessun termine, come riportato nel film, riporta segni di indici di omofonia; inoltre cercando nel Lexicon si nota che molti dei termini sono non propriamente sumeri, ma protosumeri, nella forma ipoteticamente utilizzata prima del 2800/2600 a.C., periodo ufficialmente accettato per il ‘sumero classico’. Una ricerca accurata nel Lexicon, porta a stabilire questi termini, con i relativi significati:

E.NE = lei

NE = questa/questo

ME = Io / decreto / discendente

NA = essere umano (me.na = di mia proprietà)

AM = AM2 = é (voce del verbo essere ) / la quale

DE.EN = andare/venire/muoversi in direzione di

KI = terra / città / luogo

ULUTIM2 = creazione/creare/formare

IGI = esaminare/osservare/guardare

KAR2 = soffiare

A = discendente / A2 = braccio

E(G) = fare

SA = rete/corda/legare

(G)IE = penetrare

KA(E) = bocca/urlare

SUG = sapere/forzare

ZAG / (E)SAG5 = prescelto

GU(L) = distruggere

Una traduzione, forse un pò forzata, ma giustificata visto il combaciare dei vari termini in un contesto che sembra abbastanza evidente e coerente, può essere:

lei, questo essere umano, é mia discendente,

venuta nel luogo della creazione,

(bisogna) esaminare, legare il braccio e penetrare,

(forzare a) urlare (aprire la bocca?) del prescelto,

distruggere.

In questa traduzione l’unico termine che rimane ‘isolato’ per mancanza di coerenza é KAR2 = ‘soffiare’, che però potrebbe avere altri significati non attestati nel Lexicon. Il testo ha senso compiuto ed é coerente con la sciena a cui é riferito, infatti queste parole sono pronunciate da un ‘alieno’ nel momento in cui la protagonista del film é rapita e portata nell’astronave per essere esaminata (IGI), viene legata (SA) e forzata (SUG) su un lettino. Lei urla (KAE) per il dolore quando un ago le penetra (GIE) dietro il braccio (A2).